[22/06/22]

Reati fiscali tra quelli fonte

a cura di Antonio Iorio

Pubblicato su Il Sole 24 Ore - Norme e Tributi Focus "Regole antiriciclaggio. La sesta direttiva le ultime novità" del 22 giugno 2022

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I reati tributari possono spesso costituire i delitti cosiddetti fonte: l’ipotesi più verosimile è quella dell’autoriciclaggio del contribuente che, dopo aver evaso commettendo un delitto previsto dal Dlgs 74/2000 (fatture false, sottrazione fraudolenta, dichiarazione infedele, omesso versamento, eccetera), trasferisce, investe o impiega in attività economiche, finanziarie, il denaro o gli altri beni provenienti dall’illecito tributario.

La fattispecie, però, rispetto al delitto di riciclaggio, richiede un ostacolo all’identificazione della provenienza non generica ma concreta.

Altra questione importante è il momento della commissione del delitto tributario da cui derivano le somme: in sostanza la fattispecie è entrata in vigore il 1° gennaio 2015, ma l’illecito fiscale presupposto può essere stato commesso anche antecedentemente, ovviamente è necessario che l’accusa provi l’esistenza della violazione fiscale, non potendosi solo presumere l’illecito tributario (Cassazione 13901/2016 penale in un caso di rientro di capitali da parte dell’erede).

In altre parole, se in passato (e quindi prima dell’entrata in vigore dell’autoriciclaggio) un contribuente ha commesso un delitto tributario (dichiarazione fraudolenta, dichiarazione infedele, eccetera), rischia comunque di essere perseguito per autoriciclaggio ove il trasferimento o l’impiego avvenga successivamente all’1° gennaio 2015.

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