[07/10/21]

Dichiarazione con fatture inesistenti, profitto del reato nella detrazione Iva

a cura di Laura Ambrosi e Antonio Iorio

Pubblicato su Il Sole 24 Ore - Norme e Tributi, Norme & Tributi Plus Fisco, del 7 ottobre 2021

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Il profitto del reato della dichiarazione fraudolenta con utilizzo di fatture soggettivamente inesistenti consiste nell’Iva detratta senza considerare i costi sostenuti. È quanto emergerebbe dalla lettura della sentenza 36207 depositata ieri dalla Corte di Cassazione. Il condizionale è d’obbligo perché la decisione in alcuni punti cita giurisprudenza secondo cui i costi relative alle fatture soggettivamente inesistenti non sarebbero deducibili.

Ma vediamo i termini della questione delicata e diffusa. A un imprenditore indagato per utilizzo di fatture soggettivamente inesistenti veniva sequestrato il profitto del reato quantificato nell’ammontare dell’Iva detratta.

Ricorreva in Cassazione ed eccepiva che il profitto non poteva determinarsi nell’Iva ritenuta evasa ma solo nel guadagno, con la detrazione delle spese.

Il Sole 24 Ore – Norme & Tributi 07 10 2021
Norme & Tributi Plus Fisco 07 10 2021



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