[01/05/20]

Covid-19: compliance 231 e adeguati assetti organizzativi a presidio della crisi d’impresa

a cura di Marco Moretti, Piera Silvestri e Giampiero Belfiore

Pubblicato su IPSOA QUOTIDIANO del 1 maggio 2020

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La crisi in corso, causata dall’emergenza sanitaria ed economica da Coronavirus, potrebbe determinare un aumento dei casi di insolvenza delle imprese e alimentare, almeno potenzialmente, il ricorso a soluzioni illecite, eventualmente volte anche a procrastinare od occultare l’emersione del dissesto, nonché un’indebita richiesta di contributi o agevolazioni pubbliche. In tale contesto, a fronte dell’urgenza di adottare adeguati assetti organizzativi e rafforzare i presidi di controllo interni alle imprese, un ruolo strategico potrà essere svolto dalle regole della compliance 231, in grado di contribuire a presidiare il maggior rischio di condotte illecite. Sarà, inoltre, opportuno aggiornare i modelli organizzativi delle aziende per implementare i flussi informativi necessari agli organismi di vigilanza per intercettare e prevenire i comportamenti poco trasparenti.

L’art. 5 del decreto Liquidità (D.L. n. 23/2020) ha rinviato al 1° settembre 2021 l’entrata in vigore del Codice della crisi di impresa (originariamente prevista per il 15 agosto 2020). La ratio di tale provvedimento, come si legge proprio nella Relazione Illustrativa al suddetto decreto, è stata riscontrata, tra l’altro, nella difficoltà di conciliare il sistema delle misure di allerta (quali misure volte a provocare l’emersione anticipata della crisi delle imprese ma in un quadro economico stabile e caratterizzato da oscillazioni fisiologiche) e la situazione “emergenziale” e di shock provocata dal lockdown, in cui pressoché l’intero tessuto economico risulterà colpito da una forma di crisi.

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