[01/05/20]

Social network tra libertà di espressione e obbligo di fedeltà

a cura di Luciano Racchi

Pubblicato su Guida al Lavoro, de Il Sole24 Ore, n. 19 del 1 maggio 2020

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Mai come in questi tempi di lockdown, Internet ed i social network in particolare, sono divenuti i luoghi necessari deputati all’intrattenimento delle relazioni interpersonali passando dalle videoconferenze professionali, attraverso piattaforme dedicate, a quelle “amicali”.

Facebook, Instagram, Messenger, Skype, whatsapp e molti altri, sono ora più che mai luoghi di riunione virtuale e palestre nelle quali esplicitare, rivolgendosi a platee più o meno ampie di interlocutori o anche soltanto di silenti lettori, le nostre opinioni e le nostre, non di rado feroci, critiche.

In questo contesto, il dubbio che si pone, riguarda la sussistenza di un limite legale al diritto di opinione e di critica espresso attraverso i social network i quali non di rado si trasformano in “luoghi” di sfogo.

Un frequente fenomeno attiene le opinioni e critiche del dipendente nei confronti del proprio datore di lavoro e quindi si pone la questione, fino a che punto esse possono considerarsi lecite e quando, invece, possono legittimare il licenziamento per giusta causa.

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