[30/04/20]

Emergenza Covid-19 e imprese inattive: perché l’attività del RPD deve proseguire comunque

a cura di Alessio Briganti

Pubblicato su IPSOA QUOTIDIANO del 30 aprile 2020

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Le misure particolarmente restrittive per evitare il contagio adottate dal Governo, dai Presidenti delle Regioni e dai Sindaci hanno indotto alcune imprese, costrette ad interrompere temporaneamente la propria attività, a ritenere che, parimenti, si potesse sospendere o revocare per il medesimo lasso di tempo l'incarico di RPD - Responsabile della Protezione dei Dati precedentemente conferito. Ma un'analisi approfondita delle disposizioni privacy dimostra il contrario. Le imprese, anche se temporaneamente inattive, di fatto continuano ad effettuare trattamenti di dati su cui l'RPD ha comunque un dovere di sorveglianza e supporto. Inoltre l'RPD non dovrebbe essere considerato un mero costo da tagliare, bensì una risorsa per organizzare e pianificare la ripresa del business e la riconquista del mercato.

Dall’8 marzo 2020, per contrastare la crescente pandemia da Covid-19, il Governo italiano ha imposto all’intero Paese un protocollo d’emergenza consistente in una quarantena nazionale, chiamato “lockdown”, volto a: i) limitare gli spostamenti fisici della popolazione allo stretto indispensabile (necessità, lavoro e circostanze sanitarie); ii) chiudere tutte le attività non ritenute strettamente essenziali.

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