[15/12/20]

Iva non pagata, il consulente può provare la crisi

a cura di Laura Ambrosi

Pubblicato su Il Sole 24 Ore - Norme e Tributi, Norme & Tributi Plus Diritto, del 15 dicembre 2020

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Per la difesa nel reato di omesso versamento, la dichiarazione del consulente fiscale può dimostrare la sussistenza della crisi che ha reso impossibile il pagamento dell’Iva dovuta. A fornire questa interessante indicazione è la Cassazione, sezione III penale, con la sentenza n. 35696 depositata ieri. Il rappresentante di una società veniva condannato per aver omesso il versamento Iva dell’ente oltre le soglie di rilevanza penale. L’imputato ricorreva in Cassazione lamentando, in estrema sintesi, l’omesso esame da parte del giudice territoriale, delle prove prodotte in atti a sostegno della pesante crisi finanziaria che aveva colpito la società.

La Suprema Corte ha ritenuto fondata la doglianza. I giudici di legittimità hanno innanzitutto ricordato che la crisi economica per il reato di omesso versamento dell’Iva ha rilevanza quale causa di forza maggiore solo se siano assolti gli oneri di allegazione idonei a dimostrare non solo l’assenza di liquidità, ma anche che tale crisi non sarebbe stata altrimenti fronteggiabile. A tal fine, l’imprenditore deve dimostrare di aver posto in essere senza successo, tutte le misure per reperire liquidità necessaria per l’adempimento dell’obbligo di versamento, nel caso anche operazioni sfavorevoli al patrimonio personale.

Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi 15 12 2020
Norme & Tributi Plus Diritto 15 12 2020



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