[11/11/20]

Fatture inesistenti, serve la prova della consapevolezza

a cura di Laura Ambrosi

Pubblicato su Il Sole 24 Ore - Norme e Tributi, Norme & Tributi Plus Diritto, dell'11 novembre 2020

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In tema di fatture soggettivamente inesistenti, la condotta antieconomica del fornitore non necessariamente è prova della consapevolezza della frode da parte del contribuente: occorre infatti verificare se ed in che modo poteva conoscere simili informazioni. Lo afferma la Cassazione con la sentenza n. 25106 depositata ieri.

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento con cui l’agenzia delle Entrate ha recuperato ad una società l’Iva su alcune fatture ritenute soggettivamente inesistenti. Il provvedimento, impugnato dinanzi al giudice tributario, sul punto veniva confermato in appello e la società proponeva così ricorso in Cassazione. La contribuente lamentava che il collegio di merito aveva errato nel confermare la sussistenza della consapevolezza della partecipazione alla frode. Più precisamente, la sentenza della Ctr si fondava nel presupposto che il fornitore aveva acquistato a un prezzo superiore rispetto a quello applicato alla contribuente in sede di rivendita.

Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi 11 11 2020
Norme & Tributi Plus Diritto 11 11 2020



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