[06/05/20]

Sicurezza sul lavoro e Covid-19: responsabilità amministrativa delle società quasi certa?

a cura di Marco Moretti

Pubblicato su IPSOA Quotidiano del 6 maggio 2020

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La Suprema Corte, con la sentenza n. 13575/20 depositata il 5 maggio 2020, conferma alcuni principi in tema di responsabilità delle società legata alla sicurezza sul lavoro che stimolano una attenta riflessione e valutazione in merito alle conseguenze che tali principi potranno determinare nel nuovo scenario e nei nuovi rischi sul lavoro legati al Covid-19. Il decreto Cura Italia ha sancito che il contagio da Coronavirus debba essere trattato dal datore di lavoro e dall’INAIL come un infortunio sul lavoro, ovviamente quando contratto in ambito lavorativo. Laddove dovesse essere effettivamente dimostrato il rapporto causale, la responsabilità del datore di lavoro e della società sarebbe probabile, per non dire quasi certa.

A seguito di un grave infortunio sul lavoro, il Tribunale di Venezia condannava l’amministratore unico di una società ai sensi dell’art. 590, comma 3, c.p. e la medesima società ai sensi dell’art. 25/septies del D.Lgs. 231/2001, peraltro comminando alla stessa, oltre alla sanzione pecuniaria, anche una sanzione interdittiva. In particolare, veniva contestato ed addebitato all’amministratore unico, quale datore di lavoro, la violazione dell’art. 29, comma 3, del D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro), consistente nel mancato aggiornamento del documento di valutazione dei rischi (DVR), e dell’art. 77, comma 3, del medesimo Testo Unico, consistente nella mancata consegna ai dipendenti dei dispositivi di protezione individuali (DPI).

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